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Tasso - Gerusalemme Conquistata - 1593
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Tasso - Gerusalemme Conquistata - 1593

PRIMA EDIZIONE DELLA GERUSALEMME CONQUISTATA (NON LIBERATA) - "RIVEDUTA E CORRETTA" Prima edizione della riscrittura fatta dall'autore: "riveduta e corretta", del fondamentale poema tassiano. Tasso vi lavorò dal 1582 al 1593. Sebbene la prima versione continuasse a riscuotere enorme successo di pubblico nelle sue edizioni stampate clandestinamente, Tasso riteneva di aver scritto con la Conquistata un poema perfetto, di gran lunga superiore alla Liberata. Ci resta un unico codice del poema, mentre il testo della presente prima edizione si rifà a una copia perduta predisposta da Angelo Ingegneri sotto la guida di Tasso e destinata alla tipografia. Dedicata al cardinale Cinzio Aldobrandini, nipote di papa Clemente VIII e mecenate del poeta negli ultimi anni della sua vita. La necessità della revisione nacque dalla volontà del poeta di adeguare l'opera ai canoni aristotelici e alla morale controriformista, dopo le critiche ricevute dalla giuria a cui venne proposta la Liberata. Raccolta Tassiana Bergamo, 1040. Gamba 964: "Assai rara". BMC, XVII sec., II, 892. Balsamo, Fond. Barbier-Muller 362 UNA COPIA DEL 1595 IN VENDITA ONLINE A EUR 2.500,00 CONDITION REPORT - COLLECTOR'S COPY Legatura in piena pergamena. Ritratto dell'autore inciso in rame al frontespizio, iniziali e testatine xilografiche (piccolo strappetto che tocca il ritratto e minimi restauri al frontespizio, piccola traccia di tarlo al frontespizio e in alcune altre carte, sporadiche lievi gore d'acqua). Titolo in oro su tassello al dorso (minimi segni di usura). Provenienza: Giambattista Cotta Morandini (antica nota di possesso al frontespizio) - Il Polifilo (etichetta di libreria alla sguardia). Pp. (2); 10nn. 290; 2nn. (2). FULL TITLES & AUTHORS Di Gerusalemme Conquistata del sig. Torquato Tasso Libri XXIIII Roma, Guglielmo Facciotti, 1593 Torquato Tasso CONTENTS Conclusa nel 1575 la stesura della "Gerusalemme liberata", prima di darla alle stampe il poeta la consegnò a una giuria di intellettuali perché la giudicassero secondo i criteri di Aristotele che Tasso aveva cercato di seguire nella composizione. I critici stroncarono l'opera e ne rilevarono molti errori. Mentre nel frattempo la "Liberata" veniva stampata di frodo e mieteva successi ovunque, Tasso, preso dagli scrupoli, rimise mano al poema per renderlo ancora più conforme alle regole di Aristotele e alla rigida morale della Controriforma. Se sul piano della struttura narrativa l'imitazione classica viene aumentata, sul piano lessicale e stilistico, al contrario, essa viene smorzata, così da arrivare a uno stile molto più lineare e classico rispetto alla Liberata, ma non per questo a volte meno denso. Oltre questo però, scomparsi il tema erotico e i travagli interiori dei paladini, scomparse le molte fascinose presenze demoniche, eliminati i giochi logici del dettato, eliminata la centralità del tema erotico e del tema diabolico, il poema, costruito ora con tutti i crismi, non ebbe mai il favore del pubblico e cadde nell'oblio non troppo dopo la pubblicazione, restando appannaggio degli specialisti. Sebbene la vicenda generale sia la stessa della Gerusalemme liberata, si può dire che il Tasso abbia cercato una trama storicamente più verosimile (in senso aristotelico, quindi nella ricostruzione storica e nei dettagli, specie delle scene di battaglia o nelle macchine da guerra) e religiosamente più conforme ai dettami controriformistici (nel testo, ad esempio, in presenza di demoni o angeli vengono fornite spesso spiegazioni teologiche accurate, con uno scrupolo assolutamente assente nella Liberata). A parte questo, il poeta fa tesoro dei rimproveri dei 'revisori romani', che avevano lamentato la poca unità della trama: tagliati via gli episodi non necessari della Liberata (cioè i più famosi, quali Olindo e Sofronia, o le vicende di Armida e di Erminia), quindi, il Tasso ha cercato di gestire l'intero in maniera più stringente e più scorrevole; maggiore centralità e prestanza fisica e morale viene attribuita a Goffredo, ora meno turbato e pensoso di come appariva nella Liberata, il che gli permette di campeggiare maggiormente nella vicenda e di fornire un punto di raccordo effettivo per il campo cristiano. La ripartizione nuova dei canti, d'altro canto, divide la materia in maniera molto più semplice e lineare, anche statica se si vuole, e anche se il numero dei canti è aumentato, le varie storie possono essere seguite abbastanza semplicemente. Sempre stando a quanto avevano lamentato i revisori (cioè di uno stile difficile in cui venivano troppo allo scoperto i calchi classici, come ancora lamenterà Galileo Galilei, che gli preferiva Lodovico Ariosto), il Tasso reinterpreta totalmente il concetto di 'parlar disgiunto' enunciato nei Discorsi del poema eroico (stampati nel 1594, un anno dopo la Conquistata). Se il 'parlar disgiunto' portava, nella Liberata, a uno stile molto complesso, pieno di latinismi, caratterizzato da forti enjambement e iperbati, interamente costellato di figure retoriche e controsensi logici (come tipico del concettismo tardo cinquecentesco), ora, invece, esso porta a uno stile che, sempre aulico, risulta però molto più piano e semplice: quasi interamente scomparsi sono i giochi retorici e le moltissime rime equivoche della Liberata, come anche i forti enjambement e le tante costruzioni latineggianti; allo stesso modo, anche le parole tendono con maggiore frequenza a disporsi in un ordine più naturale. Questo non vuol dire, d'altro canto, che il dettato del poema risulti semplice, anzi, ma la difficoltà è ora riposa in una maggiore libertà sintattica e lessicale e concettuale, senza dover ricorrere necessariamente ai giochi di concetto, come nella Liberata. In sostanza: se sul piano della struttura narrativa l'imitazione classica viene aumentata, sul piano lessicale e stilistico, al contrario, essa viene smorzata, così da arrivare a uno stile molto più lineare e classico rispetto alla Liberata, ma non per questo a volte meno denso. Oltre questo però, scomparsi il tema erotico e i travagli interiori dei paladini, scomparse le molte fascinose presenze demoniche, eliminati i giochi logici del dettato, eliminata la centralità del tema erotico e del tema diabolico, il poema, costruito ora con tutti i crismi, non ebbe mai il favore del pubblico e cadde nell'oblio non troppo dopo la pubblicazione, restando appannaggio degli specialisti. Torquato Tasso (Sorrento, 11 marzo 1544 – Roma, 25 aprile 1595) è stato un poeta, scrittore, drammaturgo e filosofo italiano. La sua opera più importante, conosciuta e tradotta in molte lingue, è la Gerusalemme liberata (1581), in cui vengono cantati gli scontri tra cristiani e musulmani durante la prima crociata, culminanti nella presa cristiana di Gerusalemme.

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PRIMA EDIZIONE DELLA GERUSALEMME CONQUISTATA (NON LIBERATA) - "RIVEDUTA E CORRETTA"
Prima edizione della riscrittura fatta dall'autore: "riveduta e corretta", del fondamentale poema tassiano. Tasso vi lavorò dal 1582 al 1593.
Sebbene la prima versione continuasse a riscuotere enorme successo di pubblico nelle sue edizioni stampate clandestinamente, Tasso riteneva di aver scritto con la Conquistata un poema perfetto, di gran lunga superiore alla Liberata. Ci resta un unico codice del poema, mentre il testo della presente prima edizione si rifà a una copia perduta predisposta da Angelo Ingegneri sotto la guida di Tasso e destinata alla tipografia.
Dedicata al cardinale Cinzio Aldobrandini, nipote di papa Clemente VIII e mecenate del poeta negli ultimi anni della sua vita. La necessità della revisione nacque dalla volontà del poeta di adeguare l'opera ai canoni aristotelici e alla morale controriformista, dopo le critiche ricevute dalla giuria a cui venne proposta la Liberata.
Raccolta Tassiana Bergamo, 1040. Gamba 964: "Assai rara". BMC, XVII sec., II, 892. Balsamo, Fond. Barbier-Muller 362
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Legatura in piena pergamena. Ritratto dell'autore inciso in rame al frontespizio, iniziali e testatine xilografiche (piccolo strappetto che tocca il ritratto e minimi restauri al frontespizio, piccola traccia di tarlo al frontespizio e in alcune altre carte, sporadiche lievi gore d'acqua). Titolo in oro su tassello al dorso (minimi segni di usura). Provenienza: Giambattista Cotta Morandini (antica nota di possesso al frontespizio) - Il Polifilo (etichetta di libreria alla sguardia). Pp. (2); 10nn. 290; 2nn. (2).

FULL TITLES & AUTHORS
Di Gerusalemme Conquistata del sig. Torquato Tasso Libri XXIIII
Roma, Guglielmo Facciotti, 1593
Torquato Tasso

CONTENTS
Conclusa nel 1575 la stesura della "Gerusalemme liberata", prima di darla alle stampe il poeta la consegnò a una giuria di intellettuali perché la giudicassero secondo i criteri di Aristotele che Tasso aveva cercato di seguire nella composizione. I critici stroncarono l'opera e ne rilevarono molti errori. Mentre nel frattempo la "Liberata" veniva stampata di frodo e mieteva successi ovunque, Tasso, preso dagli scrupoli, rimise mano al poema per renderlo ancora più conforme alle regole di Aristotele e alla rigida morale della Controriforma.
Se sul piano della struttura narrativa l'imitazione classica viene aumentata, sul piano lessicale e stilistico, al contrario, essa viene smorzata, così da arrivare a uno stile molto più lineare e classico rispetto alla Liberata, ma non per questo a volte meno denso.

Oltre questo però, scomparsi il tema erotico e i travagli interiori dei paladini, scomparse le molte fascinose presenze demoniche, eliminati i giochi logici del dettato, eliminata la centralità del tema erotico e del tema diabolico, il poema, costruito ora con tutti i crismi, non ebbe mai il favore del pubblico e cadde nell'oblio non troppo dopo la pubblicazione, restando appannaggio degli specialisti. Sebbene la vicenda generale sia la stessa della Gerusalemme liberata, si può dire che il Tasso abbia cercato una trama storicamente più verosimile (in senso aristotelico, quindi nella ricostruzione storica e nei dettagli, specie delle scene di battaglia o nelle macchine da guerra) e religiosamente più conforme ai dettami controriformistici (nel testo, ad esempio, in presenza di demoni o angeli vengono fornite spesso spiegazioni teologiche accurate, con uno scrupolo assolutamente assente nella Liberata).

A parte questo, il poeta fa tesoro dei rimproveri dei 'revisori romani', che avevano lamentato la poca unità della trama: tagliati via gli episodi non necessari della Liberata (cioè i più famosi, quali Olindo e Sofronia, o le vicende di Armida e di Erminia), quindi, il Tasso ha cercato di gestire l'intero in maniera più stringente e più scorrevole; maggiore centralità e prestanza fisica e morale viene attribuita a Goffredo, ora meno turbato e pensoso di come appariva nella Liberata, il che gli permette di campeggiare maggiormente nella vicenda e di fornire un punto di raccordo effettivo per il campo cristiano. La ripartizione nuova dei canti, d'altro canto, divide la materia in maniera molto più semplice e lineare, anche statica se si vuole, e anche se il numero dei canti è aumentato, le varie storie possono essere seguite abbastanza semplicemente.

Sempre stando a quanto avevano lamentato i revisori (cioè di uno stile difficile in cui venivano troppo allo scoperto i calchi classici, come ancora lamenterà Galileo Galilei, che gli preferiva Lodovico Ariosto), il Tasso reinterpreta totalmente il concetto di 'parlar disgiunto' enunciato nei Discorsi del poema eroico (stampati nel 1594, un anno dopo la Conquistata). Se il 'parlar disgiunto' portava, nella Liberata, a uno stile molto complesso, pieno di latinismi, caratterizzato da forti enjambement e iperbati, interamente costellato di figure retoriche e controsensi logici (come tipico del concettismo tardo cinquecentesco), ora, invece, esso porta a uno stile che, sempre aulico, risulta però molto più piano e semplice: quasi interamente scomparsi sono i giochi retorici e le moltissime rime equivoche della Liberata, come anche i forti enjambement e le tante costruzioni latineggianti; allo stesso modo, anche le parole tendono con maggiore frequenza a disporsi in un ordine più naturale.

Questo non vuol dire, d'altro canto, che il dettato del poema risulti semplice, anzi, ma la difficoltà è ora riposa in una maggiore libertà sintattica e lessicale e concettuale, senza dover ricorrere necessariamente ai giochi di concetto, come nella Liberata. In sostanza: se sul piano della struttura narrativa l'imitazione classica viene aumentata, sul piano lessicale e stilistico, al contrario, essa viene smorzata, così da arrivare a uno stile molto più lineare e classico rispetto alla Liberata, ma non per questo a volte meno denso. Oltre questo però, scomparsi il tema erotico e i travagli interiori dei paladini, scomparse le molte fascinose presenze demoniche, eliminati i giochi logici del dettato, eliminata la centralità del tema erotico e del tema diabolico, il poema, costruito ora con tutti i crismi, non ebbe mai il favore del pubblico e cadde nell'oblio non troppo dopo la pubblicazione, restando appannaggio degli specialisti.

Torquato Tasso (Sorrento, 11 marzo 1544 – Roma, 25 aprile 1595) è stato un poeta, scrittore, drammaturgo e filosofo italiano. La sua opera più importante, conosciuta e tradotta in molte lingue, è la Gerusalemme liberata (1581), in cui vengono cantati gli scontri tra cristiani e musulmani durante la prima crociata, culminanti nella presa cristiana di Gerusalemme.

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